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Attività commerciale - SCIA e Camera di Commercio

13.10.2015 11:15

Con questa circolare torniamo su un tema spesso erroneamente trascurato dalle associazioni, ma che è fonte di molteplici grattacapi, soprattutto in caso di verifica.

È noto che il no profit può esercitare un’attività commerciale da affiancare alla propria attività istituzionale al fine di raccogliere i fondi necessari per realizzare i propri fini costitutivi; bisogna però tenere sempre ben presente che l’attività commerciale che si vuole esercitare deve rispettare un insieme di requisiti.

Innanzitutto deve essere “marginale” ossia non può superare i proventi derivanti dalle entrate istituzionali; 

Secondo requisito, forse quello più difficile è che per poter esercitare un’attività commerciale l’associazione deve essere non solo titolare di partita Iva, ma adempiere ad ulteriori formalità:

-  Dotarsi di un indirizzo PEC mail

-  Iscrizione al REA presso al Camera di Commercio

-  Presentazione SCIA presso lo Sportello SUAP comunale in determinate circostanze

 

Entriamo ora nel dettaglio di tali adempimenti spesso ignorati:

Il Ministero dello Sviluppo Economico, con la recente Risoluzione n. 22710/2015 ha chiarito ulteriori punti su cui è bene porre l’attenzione:

1-       ISCRIZIONE REA

Cosa nota da diversi anni ma a cui ben poche associazioni hanno mai prestato interesse è l’iscrizione nel Repertorio Economico Amministrativo tenuto dalla Camera di Commercio della propria Provincia. L’iscrizione annuale ammonta a 20€ di diritti camerali ed è obbligatoria per le associazioni che aprono P.Iva entro 30 giorni dall’apertura.

2-       SCIA

Il Ministero ha ribadito che le associazioni che svolgono alcune delle attività commerciali di cui abbiamo accennato poco sopra devono presentare la pratica SCIA, ossia Segnalazione Certificata di Inizio Attività presso lo Sportello Unico per le Imprese del proprio Comune. Si tratta della cessione di prodotti nuovi destinati alla vendita o la somministrazione di alimenti e bevande ad esempio.

Questi obblighi purtroppo creano un onere economico che grava ulteriormente sulle casse associative e si deve ricordare che le entrate commerciali hanno bisogno di una gestione contabile più complessa rispetto a quanto si può realizzare per le entrate istituzionali.

Inoltre la gestione di un bar o l’organizzazione di una festa o una sagra prevedono il rispetto della normativa HACCP per quanto concerne il trattamento dei cibi, l’ASL per le autorizzazioni, un registratore di cassa per registrare i pagamenti ed il rispetto della normativa di cui al D.Lgs 81/2008 in merito a salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

Da ultimo ricordatevi che per la gestione commerciale è obbligatorio effettuare tutti gli adempimenti in ambito fiscale: le liquidazioni IVA periodiche, la predisposizione del Modello Unico ENC ed il versamento dell’IRES, nonchè eventualmente dell’IRAP se avete collaboratori, dipendenti ecc e via di seguito oltre alla predispozione delle Certificazioni Uniche ed il Modello 770

Gli adempimenti su cui porre attenzione sono ormai molteplici e non possono più essere trascurati.

Valutate bene quindi l’opportunità di implementare le entrate del vostro ente con dei proventi di natura commerciale, perché vi troverete a fronteggiare numerosi adempimenti dai quali probabilmente pensavate di essere esonerati essendo un’associazione.

Tornate indietro negli anni e verificate come avete gestito la vostra attività fino a quest’oggi ed affrettatevi a porre in essere tutti i correttivi necessari, come ben sapete le verifiche fiscali stanno aumentando in modo esponenziale ed uno dei primi rilievi che vengono mossi agli enti in caso di verifica è la commercialità delle proprie entrate con conseguente rideterminazione degli incassi, il versamento delle imposte omesse con le relative sanzioni ed interessi.